rapsodiamitologica
Oggi ti parlerò dell’iconografia e di come potrai riconoscere a colpo d’occhio Dioniso, signore del vino.
Come riconoscere Dioniso?
Dioniso è un Dio molto particolare: era associato in epoca arcaica alle piante (nello specifico, alla loro linfa vitale) ma col tempo divenne anche il Dio dell’ebrezza, del vino, dell’estasi, del delirio dei sensi.

Si tratta di un Dio selvaggio e doppio, a tratti comico e a tratti tragico, divino e animalesco, in parte eroe e in parte divinità.
Oggi potremmo dire che rappresenta la scintilla dell’istinto, che da sempre vive in ognuno di noi.
E’ associato alla follia ma anche all’estasi mistica, alle arti teatrali, alla danza, ed alla musica.
Dioniso è spesso rappresentato glabro e vestito con pelli di animali, soprattutto di fiere selvagge come il ghepardo o la pantera.
Famosissimo è il suo legame con la vite, pianta cara al Dio e che ne fece il patrono del vino e della vendemmia. Per questa ragione, anche l’uva è spesso raffigurata al fianco del Dio.
Un’altra pianta a lui legata è l’edera, di cui Dioniso è spesso incoronato.
In particolare, sembra fossero associate al Dio alcune tipologie di Edera ricche di sostanze psicotrope, che venivano assunte facendo macerare le foglie nel vino.
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2 – Bacco infante, opera di Richard Westall
Poichè questo vino andava anche bevuto, un altro attributo tipico di Dioniso è la sua coppa, chiamata Kantharos. Attributo a lui sacro è infine il tirso, un bastone nodoso ricoperto di edera e con una pigna sulla sommità.
In quali scene ritroviamo Dioniso?
Dioniso è spesso rappresentato in scene agresti, durante le processioni o i rituali a lui dedicati.
Questo corteo, chiamato Tiaso, è di solito composto da satiri, sileni e fauni e dalle baccanti, le sacerdotesse di Dioniso: tutti ballano, cantano e bevono sfrenatamente, con i partecipanti che si abbandonano talvolta a pratiche sessuali o orgiastiche.

In questo tipo di opere, puoi riconoscere Dioniso perchè è spesso rappresentato in carro o in trono al fianco della sua sposa Arianna.
Un’altro fortunato mito legato a Dioniso è quello della sua nascita.
La variante più accreditata lo vuole figlio di Semele, una delle molte fanciulle che subirono tremende vendette da parte di Era per aver giaciuto con Zeus. Ricordi? Te ne ho parlato qui.
Soprattutto nei vasi greci non è raro vedere Dioniso indossare una maschera, segno inconfondibile della sua duplicità, ma anche del suo legame stretto col teatro.
Nei rituali della vendemmia Dioniso era raffigurato da una maschera, che però non veniva indossata, anche a causa delle sue notevoli dimensioni.
La maschera stessa era la rappresentazione del Dio, e non il volto celato dietro di essa!
Se vuoi imparare a riconoscere altri Dei, torna indietro all’articolo sull’iconografia per trovare l’indice.
Sette curiosità su Ade
Con questo articolo comincia la raccolta dei post della rubrica “UNA SETTIMANA CON” che vi abbiamo proposto sulle nostre pagine social. Il primo Dio a essere trattato è stato Ade!
Se questo post ti incuriosisce, qui trovi il link alla sua pagina enciclopedica, se desideri apprendere tutto su di lui!
Buona lettura!
1 : Ade non è solo il Dio dei morti
Ade è colui che regna sull’Oltretomba, Dio dei morti e che presiede ai riti funebri.
Egli è anche il Dio della ricchezza della terra, caratteristiche molto più accentuatate nella figura romana di Plutone. A lui, infatti, appartengono i minerali e i materiali preziosi della terra, poiché si trovano nel sottosuolo.
In aggiunta, tanto in età greca (Esiodo, Platone, Inni Orfici), così come romana (Cicerone), egli viene invocato spesso insieme a Demetra, per richiedere che la terra sia ricca, nella sua accezione di fertile.
È proprio questa accezione a far sì che la cornucopia piena di spighe di grano sia a sua volta un attributo di Ade, che spesso la regge nelle sue raffigurazioni. Curioso di conoscere tutti i simboli iconografici di Ade? Te ne ho già parlato qui!

Oionoclès, v. 470 av. J.-C., museo del Louvre.
2: Ade e Persefone potrebbero aver avuto dei figli
In qualità di divinità dell’Oltretomba, Ade nella maggior parte dei miti e delle fonti è ritenuto sterile. La coppia di Persefone e Ade sembrerebbe destinata ad essere sterile, poiché non è possibile dar vita nel Regno dei Morti.
Tuttavia, ci sono alcune versioni dei miti che vedono la coppia avere figli, o in alternativa Persefone dare vita a figli generati ingannevolmente con Zeus con l’aspetto di Ade.
Le tre Erinni, Aletto, Megera e Tisifone, sono forse le più famose fra le figlie di Ade e Persefone. Rappresentazione fisica della vendetta, si tratta di tre donne dall’aria mostruosa, dotate di ale e con serpenti al posto di capelli. Spesso armate di torce e fruste, usate per torturare la loro vittima.

3: Ade è il principale avversario di Hercules nel film targato Disney
Ade è il villain di una delle più famose pellicole Disneyane, Hercules.
James Woods interpreta Ade: Nato nello Utah, Woods è principalmente un attore di Broadway che però si presta spesso sia alle serie televisive che ai lungometraggi.
Alla carriera come attore Woods affianca quella d’interprete di doppiaggio, dove spicca l’interpretazione magistrale e determinante nell’elaborazione del personaggio del Dio Ade.
In origine, infatti, questo personaggio era pensato per parlare piano, con molte pause sinistre. Woods stravolge questa idea con la sua parlata rapida, sarcastica che conquista i registi e li porta a ripensare molti dei dialoghi.

Alcune improvvisazioni dell’attore durante la registrazione furono tenute, specialmente nelle scene con Megara. L’attore ha dichiarato di basare la caratterizzazione non sulla figura mitologica, ma su un moderno agente Hollywoodiano.
Ade ne risulta come uno dei più divertenti villain Disneyani e come una delle parti preferite da Woods stesso in tutta la sua carriera, tanto da tornare volentieri a interpretarlo ogni qualvolta gli viene richiesto.
Se sei curioso di approfondire la storia di questo film, ti consiglio di dare un occhio a questa pagina!
4: Ade è tra i protagonisti del mito delle stagioni
Il mito sicuramente più conosciuto su Ade, raccontato in una infinita varietà di fonti, dalla Teogonia di Esiodo stessa agli Inni Omerici, è il rapimento di Persefone..
Secondo il mito, Ade s’innamorò perdutamente di Persefone, figlia di Demetra e Zeus, e chiedendola al fratello come sposa questi non rifiutò. Ben prevedendo, però, l’ira di Demetra non acconsentì nemmeno apertamente, dandogli comunque il suo accordo per rapirla.
Ed è così che Ade emese dalla terra sopra il suo carro d’oro guidato da cavalli immortali. Afferrata Persefone la trascinò con sé nell’Oltretomba.
Quando Demetra scoprì il destino della figlia, il suo dolore non fu soltanto personale, ma del mondo intero. Vagò alla ricerca della figlia, senza che nessuno le dicesse la verità sulla sua sorte. Nel mentre nel mondo mortale non germogliava più il grano e la terra era secca e incoltivabile. Il dolore di Demetra non si placava e Zeus intervenne, inviando Ermes presso Ade a chiedere di liberare Persefone.

Ade acconsentì immediatamente, ma prima diede a Persefone un melograno poiché era da tempo che ormai non mangiava e questa ne consumò sei chicchi.
Questo tuttavia era un inganno, poiché mangiare cibo all’interno dell’Ade equivale a rimanere lì imprigionata e in questo modo Persefone sarebbe rimasta con Ade.
Di nuovo infuriò l’ira di Demetra, tanto che Zeus dovette intervenire nuovamente, proponendo così un accordo. Persefone avrebbe passato nell’Ade un numero di mesi pari al numero di chicchi mangiati e i restanti li avrebbe passati con la madre.
Entrambe le parti accettano la proposta, ed è così che Persefone trascorre sei mesi con la madre Demetra, mesi durante i quali la terra è rigogliosa, e sei mesi nell’Ade come Regina degli Inferi, quando al contrario la terra è sterile come riflesso del dolore di Demetra.
5: Ade è popolare nei videogiochi
Ade è un personaggio piuttosto popolare anche nei Videogiochi, ma raramente vi rispettal’iconografia classica: spesso, appare piuttosto con fattezze mostruose o simili a quelle di uno stregone. I poteri di Ade come personaggio sono quasi sempre legati all’oscurità, ai morti o alla necromanzia.
Alcune apparizioni più note includono la serie cult God of War, Age of Mythology, Kingdom Hearts (nella sua versione Disneyana), Final fantasy XIV: Shadowbringer e il MOBA Smite.
Una delle versioni forse più fedeli al mito originale è disegnata nel videogioco Hades, dove il Dio è caratterizzato dal canonico fisico possente, pelle olivastra, lunghi capelli e una corona d’alloro dorata gli cinge il capo.

6: Anche Ade ebbe delle amanti
Nonostante venga generalmente descritto come un marito fedele a Persefone, ci sono due miti che vedono coinvolto Ade in vicende amorose.
Il primo coinvolge la ninfa Leuke, figlia d’Oceano. Ella venne rapita da Ade e portata nell’Elisio dove, dopo la sua morte, venne trasformata nel pioppo bianco sacro ad Ade. Ed è con le foglie di pioppo bianco che venne poi incoronato Eracle, una volta uscito dall’Oltretomba.
Più cruento è il mito di Myntha, a sua volta una ninfa di cui si invaghì Ade. Quando però questa affermò di essere superiore a Persefone andò incontro, naturalmente, al suo sdegno. La dea la fece quindi a pezzi, ma Ade impietositosi della fine della ninfa la trasformò in una pianta, la menta, che però Demetra maledisse a sua volta, rendendola sterile.

7: Ade è il signore dei sogni
Prima di iniziare i riti di necromanzia, era comune invocare Ade, spesso insieme alla sua sposa Persefone, ma il legame di Ade con la necromanzia e gli spettri si estende anche ai sogni e alle maledizioni.
Difatti, Ade è anche Signore degli Oniri, o Sogni, divinità figlie di Notte e personificazione dei sogni. Gli Oniri agiscono inviando sogni ai mortali tramite due cancelli, uno dei sogni veri e uno dei sogni ingannatori, che si trovano proprio all’interno dell’Ade.

Oggi ti parlerò dell’iconografia e di come potrai riconoscere a colpo d’occhio Atena, signora dell’intelligenza.
Atena è ampiamente raffigurata
Atena è la Dea delle polis, delle arti e dei mestieri, dell’intelletto, ma anche della battaglia o, per meglio dire, della battaglia strategica.
Per questa ragione può essere associata e contrapposta ad Ares, che invece della guerra rappresenta il lato più violento e brutale.
Atena è presente in un enorme numero di miti, leggente e culti, che hanno prodotto svariate opere d’arte, quindi è facile vederla nelle opere a tema mitologico.
I numerosi scontri fra Atena e Poseidone
Non di rado Atena viene raffigurata mentre interviene a protezione di mortali che sono riusciti a destare la sua ammirazione o la sua pietà, anche a costo di schierarsi contro qualche altro Dio.
Come ti ho già raccontato qui, ad esempio, questo è il caso di Coronis, trasformata da Atena per sfuggire alle avances di Poseidone.

Proprio con Poseidone Atena ebbe molti diverbi, compreso quello per il patronato sulla città di Atene.
Non è raro, quindi, trovare opere che mostrano questa contrapposizione, che vede Atea e Poseidone sottoporsi coi loro doni al giudizio di Zeus o dei mortali.
Atena si presenta con la pianta dell’ulivo, mentre Poseidone con il cavallo.

Non bisogna, tuttavia, fare l’errore di dimenticare che Atena sa essere benevola, ma è altrettanto implacabile e vendicativa quando viene oltraggiata: basta guardare ai miti di Aracne e Pelagso, di cui ti ho già parlato qui.
Come riconoscere Atena
Molti eroi furono protetti o aiutati da Atena: tra i suoi preferiti figurano Ercole e Ulisse, ma l’aiuto di Atena si ritrova anche nelle vicende degli argonauti, di Teseo o di Perseo contro Medusa.
Infatti, sullo scudo di Atena puoi riconoscere la testa della gorgone.

Gli artisti spesso rappresentano Atena in piedi con indosso il peplo, un abito tipico femminile che esalta austerità e portamento.
In contrapposizione a questo indumento femminile, Atena è quasi sempre armata e bardata: porta con se la lancia, l’elmo, lo scudo.
Un altro suo attributo tipico è l’indistruttibile Egida, rappresentata sotto forma di mantello o pettorale. L’egida fu realizzata con la pelle della capra Amaltea, di cui ti ho parlato nel primissimo articolo di Rapsodia Mitologica.
Ad Atena sono anche associati la civetta, simbolo di saggezza, e la pianta d’ulivo, simbolo di pace, dono che fece agli Ateniesi che in cambio le dedicarono il nome e il tempio della loro città.
Sui vasi a figure nere è frequentemente rappresentato il mito della sua nascita, con Atena che esce fuori direttamente dalla testa di Zeus.

Se vuoi imparare a riconoscere altri Dei, torna indietro all’articolo sull’iconografia per trovare l’indice.
Quest’oggi torniamo in Egitto, per analizzare la Grande Ennade degli antichi Dei. Dopo Nun e Atum, è il turno di osservare più da vicino Shu e Tefnut e Geb e Nut.
Shu, Dio dell’aria
Si dice che Atum si fosse unito con la propria ombra per generare i due figli gemelli Shu, l’Aria, e Tefnut, l’Umido.
Shu è l’Aria. Aria che è simbolo di Vita, per cui egli è il soffio che infonde vita e pace.
Qualora si trovi nel Duat, l’Oltretomba, egli è al contrario pericoloso, giacché ha al suo comando un manipolo d’uomini violenti che mettono in pericolo la vita dei defunti.
Tutto ciò che è celeste è associato a Shu: l’aria, ma anche le nuvole, ritenute le sue ossa e il vento. Anche il sonno dei mortali era prerogativa di Shu, dal momento che si riteneva vi vegliasse, tanto da essere ritratto sul poggiatesta usato dagli egizi per dormire.

Shu era dai greci spesso assimilato ad Atlante: egli infatti aveva separato la la terra dal cielo, reggendo la volta celeste per poi porre quattro pilastri a suo sostegno.
Tefnut, l’umidità
Il nome di Tefnut significa letteralmente “l’Acqua” e nel suo essere associata all’Umidità ella rappresenta il potere creatore. A lei rispondono la pioggia e l’acqua.
Diversamente da Shu, Tefnut ha una natura indomita e devastatrice, tempestosa.
Il mito che la vede protagonista narra come Tefnut scappò nel deserto della Nubia in seguito a un litigio con Shu, e qui prese l’aspetto di una gatta (il celebre Gatto Nubiano) che trucidava chiunque, uomo o Dio, la incontrasse. Fu Shu a persuaderla a tornare, e una volta recuperata la sua natura benefica Tefnut fece ritorno in Egitto.

Un altro mito racconta come i due fratelli s’allontanarono dal padre per esplorare Nun e, ritenendo la loro perdita eterna, Atum iniziò a cercarli disperato. Ritrovati i figli, Atum pianse di gioia, e proprio da quelle lacrime ha origine l’uomo.
Shu è rappresentato come un uomo con una piuma di struzzo in testa, o ancora con un copricapo con quattro piume, una per ogni pilastro messo a sostegno del cielo. Più peculiare è l’aspetto di Tefnut: ella è sì una donna ma con testa leonina, sormontata dal disco solare con l’ureo, decorazione a forma di cobra usata dai sovrani.
La separazione di terra e cielo
Figli di Shu e Tefnut, Geb (la Terra) e Nut (il Cielo) formavano la seconda coppia divina e rappresentavano, insieme ai propri genitori, i quattro elementi primordiali.
In origine Geb e Nut erano uniti. Terra e Cielo formavano una cosa sola, ma Atum-Ra non approvava tale unione e mandò quindi Shu a separarli.
Shu quindi li divise, e Nut creò la volta celeste, che tuttavia era sostenuta dal padre, che fu costretto a mantenere per sempre quella posizione. Dall’unione di Geb e Shu nacquero poi quattro figli, che a loro volta formeranno altre due coppie: Osiride e Iside, la legge, e Seth e Nefti, il caos.
Geb e Nut
Geb era solitamente rappresentatno disteso a terra, sormontato da Shu, ma era anche rappresentato come un uomo barbuto, con un’oca sul capo. Egli era anche caratterizzato dalla pelle marrone o verde, in rappresentanza del limo del Nilo, la peculiare sostanza simile all’argilla che rende il terreno fertile. Ad egli erano anche associata la vegetazione feconda e il regno animale.
Nut è solitamente rappresentata come una donna nuda ricoperta di stelle, mani e piedi che toccano terra, inarcata su Geb. Raffigurata principalmente in forma umana con un vaso sul capo, talvolta era rappresentata anche in forma di vacca.

Nut è simbolo di rinascita e ressurezione, poiché si dice che ingoiasse Ra dopo il tramonto, per poi partorirlo nuovamente ogni giorno all’alba, facendo poi la stessa cosa anche con le stelle.
Le figure di Nut e Geb spiccano rispetto alle altre mitologie, in quanto generalmente la coppia divina è composta da una Dea-Terra e un Dio-Cielo, ma nell’Enneade ritroviamo un Dio-Terra e una Dea-Cielo.
Se ti è piaciuto questo articolo, leggi anche: Mitologia dal mondo V: Nun, Nunet e Atum-Ra
Sette curiosità su Poseidone
Abbandoniamo Ade e il tartaro per navigare verso Poseidone, sempre che lui ci conceda acque tranquille e venti favorevoli!
1) Dio dell’acqua e dei terremoti
Poseidone è il Dio dell’acqua e dei terremoti, associato solo in seguito anche al mare: infatti la sua versione arcaica lo vede più vicino al suolo, fortemente legato al cavallo, che rimase poi uno dei suoi simboli, e forse persino sposo di Demetra, Dea della terra.
A conferma di questa tesi anche il fatto che Poseidone viene spesso indicato come “lo scuotitore di terre”.

2) Andrea Doria fu ritratto nei panni di Nettuno
Il ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno è uno dei più famosi quadri del Bronzino.
Andrea Doria era un famosissimo ammiraglio e politico della Repubblica Genovese tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500.
Bronzino lo ritrae qui ormai vecchio, nei panni del dio Nettuno, per celebrare le sue numerose vittorie sui mari.
A differenza degli altri ritratti di condottieri, Bronzino non esita a mostrare nel suo ritratto i segni dell’età o il ventre prominente del vecchio politico, cosi come non cela una maturità ancora vigorosa e solida.
Il personaggio di Doria rispetta tutta l’iconogradia di Nettuno/Poseidone, mentre la barba voluminosa del condottiero è segno che l’artista ricorda bene la lezione impartita da Michelangelo col suo Mosè.
Il tridente, simbolo per eccellenza di Nettuno, indica il nome di Andrea Doria inciso nella colonna retrostante.
Se ti sei perso l’articolo sull’iconografia di Nettuno, puoi leggerlo cliccando qui.

3) In Sardegna, nei pressi di Alghero, si possono trovare le Grotte di Nettuno.
Scoperta da un pescatore nel XVIII secolo, la grotta è a tutt’oggi raggiungibile solo se le condizioni del mare e del meteo lo consentono.
Gli unici modi per accedervi sono infatti via mare o tramite una lunga scalinata che scende dalla cima del massiccio di Capo Caccia, snodandosi contro una sua parete.
I 654 gradini valgono tuttavia lo sforzo di essere scalati: la grotta è lunga oltre 4km, con un lago salato sul livello del mare di oltre 120m.
Non lontano, si trovano una serie di grotte sommerse: la più grande e famosa è quella di Nereo, l’arcaico Dio del mare antecedente a Poseidone stesso.

4) A Taranto si trovano i resti del tempio di Poseidone
Poseidone ricorre anche nei miti che riguardano le città della Magna Grecia.
Un esempio è Taranto, il cui fondatore mitologico (ed eponimo) è Taras, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria.
Secondo la leggenda, Taras sbarcò sulla costa, nei pressi della foce del fiume che verrà poi chiamato Tara, e qui iniziò ad officiare sacrifici in onore di Poseidone per ringraziarlo del mare mite durante la sua navigazione.
Durante il sacrificio, Taras vide un delfino saltare nelle acque del fiume e questo fu preso come presagio positivo inviato dallo stesso Poseidone.
Lì dove sbarcò, infatti, Taras decise di fondare l’insediamento di Saturo, in onore di sua madre, dove poi tempo dopo sbarcherà Falanto che, con i suoi spartani, fonderà la città di Taranto.
Taras un giorno scomparve misteriosamente nelle acque del fiume e di lui non si trovò nemmeno il corpo, ragione per cui il popolo credette che Poseidone avesse accolto il figlio come eroe alla sua corte.
Alla leggenda di Taras e Poseidone la città è sempre stata molto legata.
In età antica Poseidone era uno degli Dei principali della città, a cui era dedicato il tempio dorico di cui ci restano oggi due colonne, mentre l’effige tipica della moneta tarantina raffigurava Taras a cavallo di un delfino con un tridente in mano… che ancora oggi è il simbolo del Comune di Taranto.

5) Il tridente di Poseidone è molto amato dalla cultura pop.
Il tridente di Poseidone è senza dubbio l’attributo più noto del Dio.
Costruito per lui dai Ciclopi per poter sostenere la guerra contro Crono e i Titani, Poseidone poteva usarlo per scatenare terremoti o tempeste marine.
Si dice fosse in grado, agitandolo, di sommergere intere isole come fece con l’isola di Tia.
Il tridente era tuttavia capace anche di creare: poteva dare vita ai cavalli dalla spuma di mare o provocare l’emergere di nuove terre.
Arma terribile e affascinante, è stato ripreso un’infinità di volte in opere di letteratura fantasy, cinema, videogiochi.
Ecco alcuni esempi: nel quinto film della saga “Pirati dei Caraibi“, il tridente è un magico artefatto sulla cui ricerca si basa la trama intera della pellicola.
Il tridente di Re Tritone nella Sirenetta Disney è chiaramente ispirato al tridente di Nettuno, come ti ho già raccontato qui.
Nel videogioco Assassin’s Creed Odissey è un’arma leggendaria che dona a chi lo possiede la capacità di respirare sott’acqua.

6) Nettuno è forse il principale antagonista di Ulisse
Come la dea Era si può considerare opposta a Eracle, Poseidone fu avverso a un altro grande eroe greco: Ulisse.
Ma perchè Poseidone ostacola Ulisse?
Diciamocelo, Poseidone qualche ragione dalla sua ce l’aveva: Ulisse, infatti, aveva accecato il Ciclope Polifemo dopo averlo fatto ubriacare con del buon vino.
Polifemo, però, era uno dei tanti figli di Poseidone che non gradì l’affronto e si vendicò più volte di Ulisse, ostacolando il ritorno dell’eroe all’isola di Itaca ogni volta che ne ebbe l’occasione.

7) Poseidone è ritenuto responsabile della fine di Atlantide
Atlantide è un’isola leggendaria, menzionata per la prima volta da Platone nel IV secolo a.C.
Narra il mito che fosse un’isola situata oltre le colonne d’Ercole, e che avrebbe ospitato un popolo dotato di un’enorme potenza navale.
Il popolo di Atlantide infatti avrebbe conquistato buona parte dell’Africa e dell’Europa occidentale circa 9600 anni fa.
Il nome dell’isola deriva da Atlante (da non confondersi col titano che reggeva il cielo…), uno dei tanti figli di Poseidone.
Atlante sarebbe stato il primo re dell’isola e da lui prende il nome anche l’oceano Atlantico, dove l’isola di Atlantide, secondo il mito, era collocata.
Fu Poseidone stesso a far sprofondare Atlantide.
Dopo che il suo popolo fallì l’invasione di Atene, in un solo giorno e una sola notte carichi di disgrazia, Atlantide scomparì tra i flutti ed è, da allora, l’emblema dell’antica civiltà perduta.

La grande Ennade: Seth e Nefti
Figli di Geb e Nut e fratelli di Osiride e Iside, Seth e Nefti formano l’ultima coppia della Enneade egizia.
Se Osiride e Iside rappresentavano l’ordine, la coppia di Seth e Nefti era generalmente associata al caos, soprattutto a causa di Seth.
Chi era Seth?
Seth era il Dio associato alle tempeste, al disordine e alla violenza.
Come molti altri Dei egizi, Seth era rappresentato con un corpo umano e il capo d’animale.

Tuttavia, mentre per altri Dei si è potuto risalire a degli animali precisi, quello che costituisce la testa di Seth sembra far riferimento a nessun animale di preciso, o comunque non è mai stato identificato con certezza, tant’è che i più suggeriscono si tratti di un animale immaginario.
C’è chi identifica in Seth l’asino, il coyote, un levriero o un fennec, oppure ancora il tapiro o un canide.
Seth e Nefti sono anche i genitori del famoso Dio-Sciacallo Anubi. Secondo alcune tradizioni, Seth era in realtà sterile, come il deserto che rappresentava, e Anubi nacque da un testicolo tagliatogli da Horus e rubato da Nefti, che desiderava ardentemente un figlio.
Nefti, sorella di Iside
Nefti era sorella di Iside, e fu in grado di aiutarla in più accasioni nella ricerca del corpo dello sposo Osiride, anche andando contro le azioni del marito Seth.
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Inoltre, Nefti affiancava Iside nei riti funebri in quanto protettrice delle mummie e, più in generale, della morte e dell’Oltretomba. La sorella di Iside era anche Dea delle ore notturne e del parto.
Nefti era rappresentata come una giovane donna, con indosso un copricapo a forma di casa con sopra un cesto.
Il declino della fama di Seth
Nonostante Seth fosse portatore di Caos e nonostante la sua diatriba con Osiride (di cui abbiamo parlato qui), egli non era inizialmente un Dio disprezzato dagli antichi egizi.
Al contrario, Seth era onorato in quanto colui che viaggia con Atum-Ra, aiutandolo a sconfiggere il serpente Apopi, incarnazione del male supremo.

La sua demonizzazione inizia nel periodo più tardo dell’Egitto: essendo egli Dio protettore degli stranieri, nell’epoca in cui l’Egitto veniva conquistato egli veniva associato agli oppressori stranieri.
In questo periodo, quindi, il lato negativo di Seth veniva maggiormente messo in risalto rispetto alle sue azioni più benefiche, e così la vittoria di Horus su di lui.
Se ti è piaciuto questo Articolo, leggi anche quello su Osiride ed Iside!
Negli scorsi articoli sulla mitologia egizia abbiamo esplorato a fondo le principali divinita della grande Ennade egizia. L’ultima pagina di questo importante tema non puo che essere dedicata a Horus e Anubi.
Horus e Anubi, il Dio falco e il Dio sciacallo, sono due celebrissime divinita egizie.

Tuttavia, ne Horus né Anubi erano parte dell’Enneade egizia, sebbene talvolta Horus venne accolto come decimo ed ultimo elemento.
Horus, Dio-Faraone
Horus era figlio di Osiride ed Iside e fu una delle principali divinità della religione egizia. Era rappresentato come un uomo dalla testa di falco che portava la Doppia Corona che simboleggiava l’unione dell’alto e basso Egitto.
Horus venne col tempo assunto come archetipo del faraone: poiche Iside veniva considerata la madre divina dei sovrani, essi venivano associati al dio-falco.

Horus contro Seth
Horus ha un ruolo fondamentale nel mito di Osiride. Una volta che Iside e Nefti ricompongono il Dio, difatti, Osiride e Iside diventano sovrani dell’Oltretomba.
Ad Horus viene lasciata l’eredità del potere sull’Egitto, ma anche il compito di vendicare il padre.

Proprio Horus affronta lo zio Seth tanto per vendetta quanto per reclamare il trono d’Egitto.
In uno dei loro scontri, Seth priva dell’occhio sinistro il nipote. Si tratta dell’Occhio di Horus, che gli verrà risanato dal Dio Thot assumendo poteri magici e guaritori.
Anubi, il Dio sciacallo
Anubi era figlio di Seth e Nefti, rappresentato come un uomo dalla testa di sciacallo.
Egli è una divinità legata all’Oltretomba ed è proptettore della mummificazione e dei cimiteri.

Suo è il compito di psicopompo, ossia di guidare le anime dei defunti dal mondo dei morti al mondo dei vivi. Proprio a causa di questo ruolo, in Grecia veniva assimilato al Dio Ermes che svolgeva la medesima funzione.
La pesatura del cuore
Ruolo principale di Anubi era la pesatura del cuore. Tale rituale, chiamato “psicostasia” e svolto dal Dio, serviva a decretare se il defunto fosse degno o meno di accedere al cospetto di Osiride.
Nel Duat, l’Oltretomba, Anubi accoglieva i morti nella Sala delle due Verità e qui pesava su una bilancia il cuore del defunto.

Se il cuore era più leggero di una piuma, o dello stesso peso, significava che il defunto aveva vissuto in bontà, e quindi veniva condotto da Osiride nei campi Aaru, il luogo beato. Se invece era più pesante, il cuore veniva divorato dalla Dea Ammit e il defunto era condannato a rimanere nel Duat.
Ti e’ piaciuto questo articolo? Puoi trovare tutti i precedenti articoli sulla mitologia egizia cliccando qui.
Sette curiosità su Zeus
Oggi sono qui per svelarti sette curiosità e aneddoti su Zeus, il signore dell’Olimpo!
Curiosità n° 1 : Dio padre, non creatore
Zeus viene definito già da Omero come “padre degli uomini e degli Dei”: non è considerato una divinità creatrice, ma una divinità padre.
Re e padre degli Dei, Dio dei Re e dei governanti, della legge, protettore dello Stato in quanto tale e delle varie forme di assemblee e governi.
Nella sua sfera rientrano anche l’ospitalità, i giuramenti e le leggi, ad egli non è imputata la creazione del cosmo, ma la sua amministrazione.

Curiosità n ° 2 : Zeus venne nascosto e protetto dal padre per tutta l’infanzia
Zeus visse la sua infanza nascosto dal padre, Crono, che divorava tutti i suoi figli appena nati.
Questo perchè il Titano era a conoscenza di una profezia che vedeva in uno dei suoi figli colui che l’avrebbe scalzato dal suo trono. Zeus, ultimo di sei fratelli, fu salvato da Rea che diede a Crono una pietra da ingoiare al posto suo.
La madre lo nascose poi in una grotta a Creta.
Gea e Rea vi misero a protezione i Cureti, divinità minori e cortigiani di Rea. Questi, con il battere delle loro spade contro gli scudi, impedivano a Crono di udire i vagiti di Zeus.
Ad allattare il piccolo Dio fu la capra Amaltea.
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Curiosità n° 3 : Zeus è fra gli antagonisti di God of War
Zeus è fra gli antagonisti principali della famosissima serie di videogiochi God of War.
Nel secondo titolo della serie è capace anche di uccidere il protagonista Kratos, tradendolo.
Riportato in vita da Gea, Kratos riesce a tornare indietro nel tempo e vendicarsi.
La morte di Zeus provoca il ritorno dell’antica grecia al Caos Primordiale.

Curiosità n ° 4 : Il suo nome è all’origine della parola “Dio”
Nel parlare di Zeus bisogna parlare anche del suo nome.
Zeus, infatti, è uno dei nomi anomali del greco antico, ossia un sostantivo che nella sua declinazione mostra variazioni.
Il nome Zeus, infatti, si declina come Zeus (ὁ Ζεύς), Dios (τοῦ Διός), Dii (τῷ Διί), Dia (τὸν Δία), Zeu (ὦ Ζεῦ).
Questa declinazione particolare trova origine nella radice della parola, derivata dall’indoeuropeo *Dieus, termine che rappresenta la divinità legata alla luce, ma anche al cielo e alla pioggia.
È proprio da questa radice che deriva anche il latino “Deus”, e da lì anche l’italiano “Dio”.

Curiosità n ° 5 : Zeus ebbe anche amanti maschi
Zeus è famoso per le sue numerose relazioni con Dee, Ninfe e Mortali, che diedero inizio ad alcune tra le più grandi Dinastie greche.
Sarebbe impossibile elencare tutte le sue amanti in un solo post: la mitologia ne riporta più di ottanta!
Fra questo stuolo di donzelle, Zeus ebbe anche un amante maschio, il bel principe dei troiani Ganimede che il Dio rapì trasformandosi in un acquila, per porlo nell’Olimpo a fare da coppiere agli Dei.

Curiosità n ° 6 : Zeus era il padre biologico di Elena di Troia
Fra le figlie femmine di Zeus si contano due delle “femme fatale” più conosciute della mitologia greca: Clitennestra e Elena, nate dall’unione di Zeus e Leda, che il Dio sedusse trasformato in un cigno.
Entrambe queste fanciulle avrebbero avuto un ruolo importante nella guerra di Troia: Clitennestra era moglie di Agamennone, Elena sarebbe stata la miccia che avrebbe fatto scoppiare il conflitto.
Dei tanti che subirono ripercussioni per essere nati figli illegittimi di Zeus, queste due fanciulle fanno eccezione: Elena e Clitennestra furono infatti maledette non da Era, come tanti loro fratellastri e sorellastre, ma da Afrodite.
E questo non per le azioni del loro padre divino ma bensì di quello mortale!
Infatti Tindaro, re di Sparta e marito di Leda, aveva dimenticato di onorare la Dea dell’Amore durante un sacrificio.
Oltraggiata, questa maledisse tutte le sue figlie a una sorte infelice, che le avrebbe viste obbligate a giacere o a sposare più di un uomo.

Curiosità n ° 7 : Zeus procreò cinque volte con donne della genealogia Argiva
Zeus influenzò almeno quattro volte la genealogia Argiva, cinque se consideriamo i discendenti di Perseo.
Dapprima, Zeus generò Epafo con Io.
Re Epafo sarebbe diventato bisnonno di Europa, cui Zeus si unì dando alla luce Sarpedonte, Radamanto e il mitico re Minosse.
Cugina di Minosse e nipote di Europa è Semele, che con Zeus concepì Dioniso.
Al ramo argivo appartiene anche Danae, con cui Zeus avrebbe generato Perseo.
A sua volta, Perseo era nonno sia di Anfitrione che di Alcmena, la mortale che il padre degli Dei avrebbe sedotto per generare Ercole.

Rieccoci di nuovo in Egitto, per continuare a scoprire la “Royal family” della Grande Ennade. Quest’oggi vi presentiamo due importantissime divinità del pantheon egizio: Osiride e Iside.
Figli di Geb e Nut e fratelli di Nefti e Seth, Osiride e Iside formano una delle coppie più celebri della mitologia Egizia.

L’amore profondo di Iside
Come Zeus ed Era nella mitologia greca, Osiride ed Iside erano fratelli destinati ad unirsi, ma a differenza della coppia ellenica, l’amore fra i due era cosa nota e palese.
Si narra che Iside, Dea dalle molteplici funzioni ma principalmente associata alla maternità, alla saggezza e alla magia, fosse innamorata di Osiride fin da quando erano nel ventre materno.
Considerata come madre divina del faraone, a sua volta equiparato ad Horus, figlio della coppia, Iside veniva generalmente rappresentata come una Dea dalle sembianze umane e con un trono sul capo, a simboleggiare il suo proteggere i sovrani e il regno.

Come Osiride divenne Dio dell’Oltretomba
Ad Osiride era invece attribuita l’invenzione dell’agricoltura e della religione, diventando solo successivamente divinità della Morte e dell’Oltretomba. Il culto dei due coniugi ebbe un vastissimo riscontro non solo in Egitto, ma anche in Grecia e a Roma.

Osiride viene raffigurato come il faraone morto e diventato Dio: nelle rappresentazioni, dunque, egli mostra gli attributi tipici dei faraoni. Essendo Osiride un dio morto e ritornato in vita, il suo corpo era raffigurato come mummificato.
Osiride e Iside regnano insieme come sovrani, rappresentando l’ordine e la civilizzazione. Il loro mito più famoso riguarda l’uccisione di Osiride.
Suo fratello Seth, difatti, invidioso del potere di Osiride decise di ucciderlo. Egli con l’inganno riuscì a intrappolare il fratello in un sarcofago prezioso, che scaraventò nel Nilo.

Iside iniziò la ricerca del marito, e una volta trovato tentò senza successo di rianimarlo, rimanendo però incinta di Horus, che allevò in segreto e che riuscì a proteggere da Seth proprio grazie alla sua astuzia.
Fu Seth a trovare nuovamente il corpo di Osiride e così lo fece a pezzi, spargendoli in angoli diversi del mondo così che non potessero essere ricomposti, intrappolando poi Iside e Nefti.
Le due sorelle, tuttavia, riuscirono a scappare e, ritrovati tutti i pezzi di Osiride, lo ricomposero e lo mummificarono.

In questo modo Osiride riuscì a rinascere e qui divenne Re dell’Oltretomba, dove regnò con Iside per l’eternità. Fu Horus, quindi, ad affrontare lo zio e a vendicare il proprio padre.