Abbandoniamo Ade e il tartaro per navigare verso Poseidone, sempre che lui ci conceda acque tranquille e venti favorevoli!
1) Dio dell’acqua e dei terremoti
Poseidone è il Dio dell’acqua e dei terremoti, associato solo in seguito anche al mare: infatti la sua versione arcaica lo vede più vicino al suolo, fortemente legato al cavallo, che rimase poi uno dei suoi simboli, e forse persino sposo di Demetra, Dea della terra.
A conferma di questa tesi anche il fatto che Poseidone viene spesso indicato come “lo scuotitore di terre”.
2) Andrea Doria fu ritratto nei panni di Nettuno
Il ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno è uno dei più famosi quadri del Bronzino.
Andrea Doria era un famosissimo ammiraglio e politico della Repubblica Genovese tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500.
Bronzino lo ritrae qui ormai vecchio, nei panni del dio Nettuno, per celebrare le sue numerose vittorie sui mari.
A differenza degli altri ritratti di condottieri, Bronzino non esita a mostrare nel suo ritratto i segni dell’età o il ventre prominente del vecchio politico, cosi come non cela una maturità ancora vigorosa e solida.
Il personaggio di Doria rispetta tutta l’iconogradia di Nettuno/Poseidone, mentre la barba voluminosa del condottiero è segno che l’artista ricorda bene la lezione impartita da Michelangelo col suo Mosè.
Il tridente, simbolo per eccellenza di Nettuno, indica il nome di Andrea Doria inciso nella colonna retrostante.
Se ti sei perso l’articolo sull’iconografia di Nettuno, puoi leggerlo cliccando qui.
3) In Sardegna, nei pressi di Alghero, si possono trovare le Grotte di Nettuno.
Scoperta da un pescatore nel XVIII secolo, la grotta è a tutt’oggi raggiungibile solo se le condizioni del mare e del meteo lo consentono.
Gli unici modi per accedervi sono infatti via mare o tramite una lunga scalinata che scende dalla cima del massiccio di Capo Caccia, snodandosi contro una sua parete.
I 654 gradini valgono tuttavia lo sforzo di essere scalati: la grotta è lunga oltre 4km, con un lago salato sul livello del mare di oltre 120m.
Non lontano, si trovano una serie di grotte sommerse: la più grande e famosa è quella di Nereo, l’arcaico Dio del mare antecedente a Poseidone stesso.
4) A Taranto si trovano i resti del tempio di Poseidone
Poseidone ricorre anche nei miti che riguardano le città della Magna Grecia.
Un esempio è Taranto, il cui fondatore mitologico (ed eponimo) è Taras, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria.
Secondo la leggenda, Taras sbarcò sulla costa, nei pressi della foce del fiume che verrà poi chiamato Tara, e qui iniziò ad officiare sacrifici in onore di Poseidone per ringraziarlo del mare mite durante la sua navigazione.
Durante il sacrificio, Taras vide un delfino saltare nelle acque del fiume e questo fu preso come presagio positivo inviato dallo stesso Poseidone.
Lì dove sbarcò, infatti, Taras decise di fondare l’insediamento di Saturo, in onore di sua madre, dove poi tempo dopo sbarcherà Falanto che, con i suoi spartani, fonderà la città di Taranto.
Taras un giorno scomparve misteriosamente nelle acque del fiume e di lui non si trovò nemmeno il corpo, ragione per cui il popolo credette che Poseidone avesse accolto il figlio come eroe alla sua corte.
Alla leggenda di Taras e Poseidone la città è sempre stata molto legata.
In età antica Poseidone era uno degli Dei principali della città, a cui era dedicato il tempio dorico di cui ci restano oggi due colonne, mentre l’effige tipica della moneta tarantina raffigurava Taras a cavallo di un delfino con un tridente in mano… che ancora oggi è il simbolo del Comune di Taranto.
5) Il tridente di Poseidone è molto amato dalla cultura pop.
Il tridente di Poseidone è senza dubbio l’attributo più noto del Dio.
Costruito per lui dai Ciclopi per poter sostenere la guerra contro Crono e i Titani, Poseidone poteva usarlo per scatenare terremoti o tempeste marine.
Si dice fosse in grado, agitandolo, di sommergere intere isole come fece con l’isola di Tia.
Il tridente era tuttavia capace anche di creare: poteva dare vita ai cavalli dalla spuma di mare o provocare l’emergere di nuove terre.
Arma terribile e affascinante, è stato ripreso un’infinità di volte in opere di letteratura fantasy, cinema, videogiochi.
Ecco alcuni esempi: nel quinto film della saga “Pirati dei Caraibi“, il tridente è un magico artefatto sulla cui ricerca si basa la trama intera della pellicola.
Il tridente di Re Tritone nella Sirenetta Disney è chiaramente ispirato al tridente di Nettuno, come ti ho già raccontato qui.
Nel videogioco Assassin’s Creed Odissey è un’arma leggendaria che dona a chi lo possiede la capacità di respirare sott’acqua.
6) Nettuno è forse il principale antagonista di Ulisse
Come la dea Era si può considerare opposta a Eracle, Poseidone fu avverso a un altro grande eroe greco: Ulisse.
Ma perchè Poseidone ostacola Ulisse?
Diciamocelo, Poseidone qualche ragione dalla sua ce l’aveva: Ulisse, infatti, aveva accecato il Ciclope Polifemo dopo averlo fatto ubriacare con del buon vino.
Polifemo, però, era uno dei tanti figli di Poseidone che non gradì l’affronto e si vendicò più volte di Ulisse, ostacolando il ritorno dell’eroe all’isola di Itaca ogni volta che ne ebbe l’occasione.
7) Poseidone è ritenuto responsabile della fine di Atlantide
Atlantide è un’isola leggendaria, menzionata per la prima volta da Platone nel IV secolo a.C.
Narra il mito che fosse un’isola situata oltre le colonne d’Ercole, e che avrebbe ospitato un popolo dotato di un’enorme potenza navale.
Il popolo di Atlantide infatti avrebbe conquistato buona parte dell’Africa e dell’Europa occidentale circa 9600 anni fa.
Il nome dell’isola deriva da Atlante (da non confondersi col titano che reggeva il cielo…), uno dei tanti figli di Poseidone.
Atlante sarebbe stato il primo re dell’isola e da lui prende il nome anche l’oceano Atlantico, dove l’isola di Atlantide, secondo il mito, era collocata.
Fu Poseidone stesso a far sprofondare Atlantide.
Dopo che il suo popolo fallì l’invasione di Atene, in un solo giorno e una sola notte carichi di disgrazia, Atlantide scomparì tra i flutti ed è, da allora, l’emblema dell’antica civiltà perduta.