Sei pronto a tornare nel mondo del Trono di Spade per questo secondo articolo di confronto fra la saga e la mitologia greca?
Oggi analizzeremo alcuni importanti personaggi della saga, facendo riferimento sia alla serie tv che al romanzo.
Come nel precedente articolo, ti presento le analogie nell’ordine che a mio giudizio va dalle più evidenti a quelle più articolate o fini.
1) Lyanna e Rhaegal / Elena e Paride
E’ quasi scontato il paragone fra Lyanna e Rhaegal ed Elena e Paride. In entrambi i casi, l’unione fra i due amanti avrebbe portato al rapimento della fanciulla, scatenando una guerra che avrebbe cambiato le sorti del mondo.
I giovani principi, scegliendo di amare la donna sbagliata, causarono la fine della propria casata e della propria dinastia: da un lato, i Targaryen persero il potere sui Sette regni per mano di Robert Baratheon, dall’altro il rapimento di Elena causò la fine di Troia.
2) Ifigenia e Shereen
Come dimenticare il grido disperato della piccola Shereen Baratheon mentre, legata sulla pira, chiama disperatamente l’aiuto del padre che invece ha dato ordine di sacrificarla?
Il sacrificio di Shereen Baratheon è una delle scene più brutali di tutta la saga, tanto che persino i soldati di Stannis, vedendolo capace di un tale gesto, lo abbandonano scandendo l’inizio della sua fine.
Nella mitologia greca assistiamo a una scena praticamente analoga: il sacrificio di Ifigenia, figlia primogenita di Agamennone e di Clitemnestra.
Di questo sacrificio ti avevamo già parlato, ricordi? Aveva fatto accaparrare ad Agamennone una posizione di tutto rispetto nella classifica delle sette azioni di eroi greci che oggi ci farebbero accaponare la pelle.
Ifigenia venne sacrificata ad Artemide per placare l’ira della Dea verso il padre, che aveva osato dichiararsi cacciatore migliore di lei. Offesa, la Dea aveva scatenato forti venti che impedivano alla flotta di Agamennone di salpare per Troia.
(olio su tela di Francesco Fontebasso, 1749 ca.)
Una versione del mito vuole tuttavia che all’ultimo momento, impietosita dal sacrificio della fanciulla, Artemide mise una cerva al suo posto. Purtroppo, alla Shereen del trono di spade non è andata altrettanto bene.
3) Robert Baratheon e Zeus
E’ impossibile non notare le analogie tra Zeus e Robert Baratheon, primo del suo nome. Il re cervo si trova, come Zeus, a governare in seguito a una ribellione.
Tuttavia, questo non permette al re di abbandonare le sue passioni, prima di tutte quella per le donne: Robert condivide con Zeus un incredibile appetito sessuale, non soddisfatto nel talamo coniugale poichè entrambi sono incastrati in un matrimonio insoddisfacente.
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2 – Robert Baratheon in una art sul Trono di Spade
Inoltre molte delle scene in cui vediamo Robert Baratheon nella prima stagione lo vogliono giudice, per quanto poco felice di questo ruolo. Il giudizio è una delle prerogative di Zeus.
4) Melisandre / Hecate
Melisandre condivide molti tratti con la Dea Ecate, divinità della magia, della stregoneria, della notte, dei fantasmi e della necromanzia.
Durante lo svolgersi della serie Melisandre dimostra infatti di avere numerose capacità magiche: divinazione attraverso il fuoco, necromanzia, e generazione di ombre assassine sono solo alcuni di questi poteri.
Uno dei simboli iconografici più noti di Ecate, inoltre, sono due torce infuocate, altro parallelo con la sacerdotessa del Dio Rosso, i cui rituali e incantesimi sono fortemente legati proprio al fuoco.
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2 – una fanart sulla Dea Ecate
5) Cersei e Medea
Sebbene Cersei possa essere, in quanto moglie di Robert Baratheon, facilmente paragonata alla Dea Era, trovo più calzante e interessante avvicinarla alla figura di Medea.
Abbiamo già parlato di come a Medea i gonnelloni da nobildonna stanno stretti e di come lei preferisca essere artefice del proprio destino, prerogativa, nel suo contesto, prettamente maschile.
Cersei condivide con Medea la stessa caratteristica: addirittura, in una celebre scena della prima stagione, viene colpita dal marito Robert Baratheon per avergli detto:
Dovrei indossare io l’armatura, e tu la gonna.
Cersei Lannister
Innumerevoli sono le volte in cui Cersei si lamenta della differenza di trattamente che lei ha rispetto a Jamie, suo fratello gemello, in quanto donna.
Entrambe le donne non esitano a fare uso della magia e del veleno per liberarsi di chi intralcia il loro cammino: ad esempio, Medea assassina Creusa con una veste avvelenata, Cersei non esita a far esplodere il tempio di Baelor con l’uso dell’alto fuoco.
Questa loro furiosa bramosia investirà, in entrambi i casi, i loro figli, che verranno letteralmente sacrificati in virtù di un fine superiore agli occhi delle rispettive madri.
Medea uccide infatti i suoi infanti per vendicarsi di Giasone… nel caso di Cersei, la facenda si fa più complicata.
Cersei ama i suoi figli, come di certo li amava Medea, ma è incapace di vedere come le sue azioni e le sue scelte siano complici della loro dipartita.
Nel caso di Jeoffrey, Cersei è incolpata spesso di non riuscire a mettere un freno al suo temperamento, che anzi peggiorerà esponenzialmente col diffondersi delle voci che vedono Cerseitradire il Re suo marito.
Il carattere del principe Jeoffrey finirà col farlo assassinare, ma anche di questo Cersei incolperà Tyrion piuttosto che se stessa. L’incapacità di frenare il desiderio di verer Tyrion morire porterà a coinvolgere la casata di Dorne e scatenerà gli eventi che condurranno dritti all’assassinio della sua secondogenita.
Infine, decisamente sono deboli i tentativi di non perdere Tommen, il suo ultimo figlio. Il ragazzino è di fatto sacrificato per poter ottenere vendetta sui suoi nemici e occupare il posto sul Trono di Spade.
6) Sansa e Persefone
Il popolo del web ha generalmente avvicinato la Dea Persefone alla figura di Sansa Stark, e per più che validi motivi.
Persefone, Dea della primavera e fanciulla spensierata, viene rapita da Ade e portata negli inferi.
Li, Ade la spinge a nutrirsi del cibo degli inferi, convincendola a mangiare sei chicchi di melograno che destineranno Persefone a passare per l’eternità sei mesi col Dio, in qualità di Regina dell’oltretomba.
La bellezza di Sansa e la sua femminità vengono associate facilmente all’immagine della primavera, tanto che tutti nella sua famiglia riconoscono in lei una bellezza e un temperamento da “donna del sud”, che poco ha ereditato dai tratti nordici, freddi e austeri del padre e dei suoi fratelli.
La storia di Sansa è fra le più particolari della saga: nelle prime fasi della trama, è una fanciulla ingenua, cresciuta a pane e canzoni romantiche e in cerca del suo lieto fine che passerà inevitabilmente per il matrimonio con il principe azzurro.
Le ingenue illusioni di Sansa hanno una brusca fine quando il suo principe si trasforma in mostro, e da quel momento passerà buona parte della serie in prigionia, cattività o tentando di sfuggire e nascondersi dai suoi aguzzini.
Passando dai Lannister, a Ditocorto, ai Bolton, Sansa subisce una delle evoluzioni caratteriali più ampie e complesse della saga, trasformandosi da ingenua ragazzina in un’algida e determinata nobildonna, che sa quello che vuole e non ha paura di fare tutto ciò che serve per ottenerlo.
Ditocorto svolge in particolare il ruolo di Ade nella narrazione, in quanto desidera Sansa sia fisicamente sia in quanto potenziale veicolo per ottenere potere.
E’ principalmente tramite i suoi insegnamenti, inoltre, che il personaggio di Sansa evolve caratterialmente, proprio come Persefone tramite Ade si trasforma da eterna fanciulla della primavera ad algida regina degli inferi.
Il paragone è quanto mai calzante, dato che nei libri, Ditocorto offre proprio un melograno a Sansa, che però a differenza di Persefone, rifiuta di mangiarlo, preferendo invece una pera, più elegante da consumare.
Petyr cut a pomegranate in two with his dagger, offering half to Sansa. “You should try and eat, my lady.”
A Storm of Swords, Sansa VI
“Thank you, my lord.”
Pomegranate seeds were so messy; Sansa chose a pear instead, and took a small delicate bite. It was very ripe. The juice ran down her chin.
7) Jamie e Narciso
Nella variante di Pausania del mito di Narciso, questi aveva una sorella gemella, del tutto somigliante a lui.
Narciso e la sua gemella andavano spesso a caccia e facevano tutto assieme.
Narciso alla fine s’innamorò di lei e, quando questa morì, recandosi alla fonte, Narciso capì di vedere la propria immagine, ma quel viso assomigliava così tanto alla sorella amata, che gli era di grande consolazione.
Narciso inseguì così tanto l’immagine della sua amata che alla fine scivolò nella fonte e affogò, morendo nel tentativo di stringerla a se, incapace di andare avanti senza di lei.
Conoscendo il finale amaro di Jamie Lannister, trovo che questo parallelismo calzi a pennello…
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