Il titolo di questo articolo potrà sembrarti quasi blasfemo, quindi lascia che ti tranquillizzi: Lucifero, prima di essere uno dei nomi del Diavolo, fu anche quello dato dai Greci alla stella la cui luminosità annuncia l’alba.
E’ di questo Lucifero che parleremo, anche se ti racconterò come sia possibile che questo nome sia sopravvissuto nel tempo, fino a essere identificato con quello del più terribile fra gli angeli caduti della religione cristiana.
La stella che annuncia l’alba
Lucifero, nella mitologia greca più arcaica, è la personificazione della stella del mattino. Suo è il posto in testa al corteo che precede l’arrivo del giorno.
Lucifero annuncia quindi la venuta di sua madre, Eos, personificazione dell’Aurora che a sua volta precede l’arrivo di Helios, suo fratello il Sole.
La dea Aurora era figlia di due titani e sorella di Selene (di cui ti ho già parlato qui, nel primo articolo su Sailor moon e la mitologia) e di Helios (di cui invece, ti ho parlato nell’articolo su Circe e Medea).
Con Astreo, un altro dio celeste figlio dei Titani, Eos si unì per generare i venti e alcuni degli astri, fra cui appunto Lucifero.
Lucifero in latino significa “colui che porta la luce“. Il nome greco, invece, era Phosphóros, che ancora significa “portatore di luce“.
Visto che stiamo giocando con i nomi, una piccola curiosità: da Phosphóros deriva il nome dell’elemento chimico fosforo.
La capacità del fosforo di illuminarsi debolmente a contatto con l’ossigeno ha a sua volta permesso di coniare il termine fosforescente.
La luce è quindi la caratteristica chiave di questa divinità arcaica, cui era assegnato un compito importante: solcare i cieli quando il buio regna ancora.
Lucifero e Vespro, l’alba e il crepuscolo
Lucifero è il contrapposto di Vespro, la stella che invece accompagna il sole nel suo tramonto. Nell’era classica, Lucifero sparirà dal momento in cui si scoprirà che sia lui che Vespro corrispondono in realtà non a una stella, ma al pianeta Venere. Nella mitologia, i loro compiti di araldi e messaggeri verranno assimilati da Ermes.
Sembra essere stato il grande filosofo greco Pitagora a identificare entrambi gli astri in Venere, anche se altre fonti identificano gli astronomi della mesopotamia come autori di questa scoperta.
In questo caso, a Pitagora andrebbe solo il merito di averla introdotta in occidente.
Venere è l’oggetto più luminoso del cielo notturno dopo la Luna e per questa ragione era già conosciuto anche in epoche molto antiche e, forse, persino nella preistoria.
Poichè si trova vicino al Sole, però, è ben visibile solo in alcune ore precise e cioè quando il sole è tramontato o poco prima dell’alba.
Per questa ragione, molti popoli antichi non compresero subito che si trattava sempre dello stesso pianeta e lo indicarono, a seconda dell’orario, come stella del mattino o stella della sera.
Lucifero e Venere: luce amore e guerra
Il pianeta Venere era indicato come una divinità anche da molti altri popoli: i Maya messicani vi costruirono sopra addirittura una parte del loro calendario e le fasi di Venere erano studiate per individuare momenti propizi alla guerra.
Tra i popoli antichi della Siria, la stella del mattino era associata con la Dea Astarte, corrispondente alla greca Afrodite e alla latina Venere.
Anche i babilonesi associavano il pianeta alla loro divinità dell’amore, dell’erotismo e della guerra: Ishtar.
Fra gli altri popoli che hanno un folklore strettamente legato a questo pianeta troviamo gli aborigeni australiani, i Masai africani e alcune tribù indiane d’america.
Gli astronomi asiatici della Cina e del Giappone chiamavano Venere “stella d’oro“, associandola al luminoso metallo e alla teoria dei cinque elementi cinesi.
Da araldo dell’alba a signore dell’Inferno?
Per i Cristiani, Lucifero è il diavolo, Satana, signore degli Inferi. Eppure, prima di divenire il più grande dei Demoni, Lucifero fu il primo e più bello fra gli Angeli e il suo ruolo era di cantare la gloria divina.
Fu per aver preso la testa di una rivolta, cercando di detronizzare il Signore, che fu precipitato nelle tenebre assieme all’armata che aveva tentato di condurre.
Sebbene questo personaggio sembri profondamente lontano dall’araldo dell’Aurora greco, si può tentare di risalire a come lo stesso nome appaia in due vesti così distinte.
Un probabile errore di interpretazione
Nella Vulgata, la versione in latino della Bibbia, il profeta Isaia assimilava il Re di Babilonia alla stella del mattino. I Padri della Chiesa, ricordando quanto spesso nei testi sacri Babilonia è associata al peccato, interpretarono questo passo come un’allusione all’angelo caduto e associarono quindi Lucifero al Satana dei Vangeli.
«Negli inferi è precipitato il tuo fasto
Libro di Isaia, traduzione ufficiale del CEI, 2008
e la musica delle tue arpe.
Sotto di te v’è uno strato di marciume,
e tua coltre sono i vermi.
Come mai sei caduto dal cielo,
astro del mattino, figlio dell’aurora?
Come mai sei stato gettato a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi nel tuo cuore:
«Salirò in cielo,
sopra le stelle di Dio
innalzerò il mio trono,
dimorerò sul monte dell’assemblea,
nella vera dimora divina.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo».
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell’abisso!»
Da quel momento, il nome di Lucifero venne sempre più associato a quello del Demonio, ma non tutto delle antiche storie greche venne dimenticato e alla stella Lucifero vennero attribuiti addirittura influssi profetici.
Infatti è a Lucifero, e non a Venere, che si rivolgono gli indovini e gli Alchimisti del medioevo e del rinascimento, quando alzano il naso al cielo in cerca di risposte sul futuro.
Possiamo quindi rispondere alla domanda nel titolo: Lucifero è sia l’astro dell’alba greco che il demone dei cristiani, poichè ormai con questo nome è tristemente noto.
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