In questo terzo capitolo dello studio su Eracle e Walt Disney, ti presento un’analisi dell’eroe greco Eracle in comparazione con l’Hercules della pellicola. I capitoli precedenti ti daranno tutto il contesto necessario per intuire i motivi dietro le differenze tra queste due versioni dello stesso eroe.
La storia di Alceo
Nella versione mitologica originale, primo nome di Eracle era Alceo o Alcide. Tale nome gli derivava dal nonno paterno, che portava lo stesso nome.
Il nome Eracle gli viene assegnato solamente in seguito, dalla Pizia di Apollo, quando gli viene imposto il servizio presso il cugino Euristeo.
Eracle potrebbe essere considerato un figlio d’arte, o quantomeno… un bis-nipote d’arte.
Entrambi i genitori mortali, Alcmena e Anfitrione, facevano parte della stirpe argiva di Perseo. I due nonni di Eracle erano entrambi figli di Perseo e di Andromeda.
Eracle era in realtà figlio dell’unione tra Alcmena e Zeus, spacciatosi per il marito Anfitrione durante l’assenza di quest’ultimo.
Al suo ritorno, dall’unione tra Alcmena e il vero marito sarebbe stato concepito Ificle, gemello di Eracle minore di lui di un solo giorno.
Nel film, nulla di tutto ciò è citato.
Perseo è nominato solamente come uno degli eroi allenati nel film dal satiro Filottete. Non c’è nessun legame di parentela tra lui e il giovane Hercules, che risponde a tale nome sin dalla nascita.
L’adulterio occultato
Cosa ancora più importante, viene eliminata qualsiasi traccia di adulterio sia tra la mortale e il marito, sia tra Zeus e la consorte Era.
Ercole non nasce a Tebe (città ove arriva solo in seguito, da giovane adulto) in seguito all’unione di Zeus e Alcmena, bensì sull’Olimpo dalla legittima unione di Zeus ed Era.
Solo in seguito è portato nel mondo degli uomini con l’inganno, reso mortale e adottato da Anfitrione e Alcmena, rappresentati in età avanzata e palesemente non più fertile.
Essendo Ercole figlio legittimo di Zeus ed Era, non viene di conseguenza fatto riferimento alla gelosia e all’ira della dea. Nel mito, è proprio quest’ira la causa principale delle sventure del personaggio mitologico.
Manca anche ogni riferimento alla poppata di Eracle dal seno di Era, che avrebbe dovuto dargli l’immortalità secondo alcune versioni delle vicende dell’eroe.
Il tentato assassinio di Eracle da parte de serpenti è rappresentato, ma il mandante non è Era, bensì Ade, che vuole ucciderlo non perché frutto di un’unione illegittima, ma perché Ercole potrebbe rivelarsi un ostacolo al compimento dei suoi piani. I due serpenti sono in realtà i diavoletti al suo servizio.
Un problema di trasposizione morale
Non è difficile vedere in tali omissioni e variazioni, le esigenze di target Disneyane. Il film puntava a un pubblico in gran parte infantile che non avrebbe compreso concetti visti dalla cultura contemporanea occidentale –e cristiana- con una forte accezione negativa, come l’adulterio. Tantomeno il genitore medio americano avrebbe approvato l’idea di mostrare al proprio figlio un film trattante tematiche del genere.
C’è inoltre una forte questione morale di matrice cristiana, che porta a una connotazione dei personaggi in chiave positiva o negativa.
Gli ostacoli che Ercole trova sul suo cammino, li trova in quanto eroe “buono” che si pone, consapevole o meno, sulla strada di qualcuno che ha degli obiettivi chiaramente “malvagi”. Di questa matrice parleremo approfonditamente in seguito
Il personaggio di Zeus nel film figura come un individuo ingenuo e che non si preoccupa minimamente del rischio di essere spodestato, ne mai darebbe l’aria di qualcuno pronto a tradire la moglie era con una mortale.
Zeus ama suo figlio ed è protettivo nei confronti della sua famiglia. Era, allo stesso modo, è una madre affettuosa e si dispera della scomparsa di Ercole.
Data l’origine adultera del personaggio mitologico, Disney ha quindi bisogno di cancellare ogni ambiguità sulla connotazione di Ercole come semplice figlio adottivo di Anfitrione e Alcmena.
Per questa ragione i due mortali sono rappresentati anziani e per la stessa ragione non si poteva che eliminare il personaggio di Ificle, così da evitare di conferire al protagonista anche il più piccolo dubbio d’illegittimità.
L’infanzia tipo del super-eroe
Ercole può essere qui paragonato facilmente a due miti della cultura pop americana: Clark Kent e Luke Skywalker.
Si tratta sempre di bambini prodigio cresciuti al sicuro presso coppie adottive in luoghi isolati, dove possono tranquillamente crescere nell’innocenza del loro potenziale fino a quando non saranno pronti per metterlo a frutto.
Per quanto riguarda la crescita dell’eroe, non viene fatto nel film riferimento alla formazione classica sotto la guida di svariati maestri, compreso lo stesso Anfitrione.
Manca l’episodio dell’uccisione del maestro di musica Lino durante un attacco d’ira dell’eroe e della sua successiva presunta formazione nelle campagne, lontano dalla città.
Il corrispettivo di tale episodio si può riscontrare nella scena del mercato, in cui però la distruzione perpetrata dal giovane Ercole non è frutto della sua ira, ma si sviluppa in maniera accidentale e non provoca morti.
In questo modo, ancora una volta, è allontanato ogni possibile messaggio negativo legato al protagonista. Ad assumere questo ruolo sono piuttosto gli abitanti della cittadina, che lo scacciano intimandogli di non tornare.
Si inserisce così il tema morale della relazione con il diverso, che è molto caro alla Disney di quegli anni (basti pensare a film come La bella e la bestia, Il gobbo di Notre Dame, la Sirenetta e, guardando verso la diversità di genere, Mulan.).
La formazione da (super) eroe
La formazione di Ercole è invece curata da Filottete ed è completamente improntata allo scopo di diventare un eroe, secondo canoni molto positivi e romanzati. L’idea di eroe a cui Hercules punta rimanda alle figure del cavaliere e del supereroe di stampo fumettistico piuttosto che al concetto di eroe così com’era inteso nella Grecia antica.
Spicca l’espressione del satiro “D.I.D”, Damsel in Distress o in italiano Donzella in Difficoltà, che l’eroe si addestra per salvare.
Mancano, probabilmente eliminati perché ritenute superflue ai fini della trama, sia il riferimento alla prima impresa di Eracle, l’uccisione del leone del Citerone all’età di diciotto anni, sia l’avvenimento della morte di Anfitrione al fianco del figlio in una delle sue imprese.
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