Home TemiArte mitologica Bacco di Caravaggio

Bacco di Caravaggio

by Ecate
1957 views 3 read

L’opera commissionata a Caravaggio

Il celeberrimo Bacco rappresentato da Caravaggio fu commissionata da un suo mecenate e protettore, il cardinal Del Monte.

L’opera era un regalo per Ferdinando I de Medici in occasione delle nozze di suo figlio, Cosimo II.

Il quadro rappresenta Bacco nella sua veste di Dio del Vino e dell’ebrezza.

Caravaggio: Bacco, 1595, Galleria degli Uffizi

Caravaggio rispetta qui l’iconografia tipica del Dio, che lo vuole nudo o seminudo, cinto in testa da foglie di vite o di edera, con in mano dell’uva o un calice di vino.

L’artista sceglie di rappresentare il Dio paffuto e in carne, a simboleggiare salute e prosperità: ai tempi, poter mangiare fino a ingrassare non era certo appannaggio di tutti!

Chi ha posato per Bacco?

Quale sia stato il modello per quest’opera è invece tutt’oggi un mistero.

Alcuni sostengono che questo sia un autoritratto pesantemente modificato dello stesso Caravaggio, che si sarebbe dipinto grazie a un sistema di specchi. A sostegno di questa tesi, il fatto che Bacco regga il calice di vino con la mano sinistra.

Un’altra fonte di ispirazione potrebbe però essere stata la statua di Antinoo, un giovane greco noto per la sua relazione con l’imperatore romano Adriano, che lo divinizzò dopo la sua morte prematura, avvenuta in circostanze misteriose.

Simbolo di morte è anche il fiocco nero che il ragazzo stringe in mano, premonizione di un lutto imminente cui sembra alludere anche la frutta troppo matura.

Busto di Antinoo, Museo Archeologico di Atene

Un’opera di Caravaggio quasi perduta

Quale che ne sia il modello, questo famosissimo quadro rischiò di cadere nell’oblio quando venne dimenticato in un magazzino durante i turbolenti eventi storici che avrebbero condotto all’Unità d’Italia.

Fortunatamente, il quadro venne ritrovato nel 1913 in un deposito degli Uffizi a Firenze. Subito gli fu garantito il suo posto di diritto nella Galleria d’arte omonima.

Qui viene omaggiato come uno dei grandi esempi dell‘estremo realismo di cui Caravaggio diede prova nei suoi quadri.

In attaccamento quasi fotografico al reale, dallo stato di marcescenza della frutta, al vino ancora in movimento nella brocca, Caravaggio non risparmia neanche le unghie sporche e annerite del modello, chiunque esso sia, mentre regge il fine calice brindando pigramente al suo spettatore.

Questa fedeltà alla realtà avrebbe causato a Caravaggio non pochi problemi con le istituzioni religiose, che arrivarono a giudicare blasfemi molti dei suoi quadri a tema sacro.

Il Bacco, con la sua matrice mitologica, è stato senza dubbio un tema sicuro sul quale l’artista ha potuto giocare ed esprimersi al meglio senza temere eccessive ripercussioni.

Se ti piace questo articolo, può interessarti anche: La venere verticortia di Rossetti

/ 5
Grazie per aver votato!

Potrebbe interessarti anche